IO E LA GEOMETRIA
Sophie Germain (1776-1831) diceva “L'algebra non è che geometria scritta; la geometria non è che algebra figurata.”; sarà anche vero ma psicologicamente il mio approccio alla geometria è sempre stato differente rispetto a quello con l’algebra e l’aritmetica propriamente dette. Probabilmente migliore.
Sin da piccolissima i giochi con le forme hanno attirato le mie preferenze, poi il “Tetris” ha letteralmente divorato le ore della mia adolescenza…
A scuola, nonostante tutto, sono sempre stata condannata all’insufficienza: alla correttezza del procedimento non seguiva mai quella dei calcoli! Mi si riconosceva un vero talento nel disegno tecnico e, una volta cresciuta, ho valorizzato le mie inclinazioni disegnando piccoli progetti “casalinghi” per reinventare i “miei” spazi (ad esempio la mia camera da letto, la sala ricreativa e il bar del centro sociale che frequentavo).
Mia madre, che ha lavorato per lungo tempo nello studio di un famoso architetto, mi ha sempre coinvolto nelle numerose ristrutturazioni che la mia famiglia ha affrontato stoicamente nel corso degli anni. Mi ha così trasmesso una passione che, prima del mio matrimonio, ha contribuito a stravolgere la disposizione dell’appartamento vivo attualmente con mio marito e il nostro bambino.
Il mio fiore all’occhiello è una libreria in muratura semplice, lineare che fa della simmetria la sua caratteristica estetica più evidente ed apprezzabile. La mia espertissima genitrice ha realizzato il progetto finale dando forma (e misure razionali) alle mie intuizioni.
Psicologicamente considero la forma geometrica come qualcosa di solidamente concreto (mi si passi il gioco di parole…), mentre fatico a fare altrettanto con i numeri. Questi tendono a suscitare in me un’ansia che sto tuttavia imparando a gestire anche grazie all’insegnamento, mentre le forme geometriche mi divertono.
Se (come sono giunta a constatare anche grazie al percorso compiuto per “Matelsup 1”) la matematica può essere creativa, per estensione considero la geometria, che ne è “l’altra faccia medaglia”, è materia per artisti e visionari.
Credo, infatti, che occorra una grande capacità di astrazione, di proiezione e una forte inclinazione all’immaginazione per occuparsi di concetti geometrici. A tutto ciò, deve coniugarsi però la razionalità del calcolo e la rigidità della misurazione…
Io forse possiedo queste caratteristiche…ma ahimé faccio ancora molta fatica a trasporre l’idea nella concretezza del calcolo…e, di certo, non si può progettare “a spanne”!!!
Credo sia comunque importante provare a superare continuamente i propri limiti.
Coerentemente con questo atteggiamento voglio tentare di proseguire sulla strada della “pacificazione” e riscoprire la positività di un impegno che può riservare grandi soddisfazioni per riuscire, un giorno, ad insegnare l’amore per una materia che ho riscoperto tardi…
Intanto gongolo soddisfatta pensando che, così come da sempre considero il Tangram un rompicapo allettante e adatto a tutte le età, grazie ad questo recente percorso di “redenzione/rieducazione matematica” ho persino inserito il Sudoku tra i miei passatempi preferiti!
martedì 27 gennaio 2009
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