
martedì 17 giugno 2008
noi e la matematica...la fine o l'inizio di un percorso?
Ho svolto i lavori individuali per l'esame di matelsup del 20 giugno, così è stato anche per i lavori di gruppo. L'esperienza è stata migliore di quanto mi aspettassi; non ho mai preparato un esame insieme ad altre persone nemmeno durante il mio precedente corso di laurea, eppure posso tranquillamente affermare che si è trattato di un percorso piacevole, seppur impegnativo. Abbiamo lavorato in armonia, ci siamo sostenuti nei momenti di crisi e stimolati in quelli di stasi completandoci vicendevolmente. Ognuno di noi ha messo a disposizione le proprie risorse e potenzialità contribuendo a completare il lavoro. Il risultato ci è sembrato sorprendente (...ma non sta a noi giudicare...)e, per quanto mi riguarda, credo di aver vinto le mie resistenze scoprendomi più logica e concreta di quanto pensassi.
A questo proposito, allego la mia breve riflessione riguardo alla prova "Noi e la matematica" strettamente correlata sia alla rilevazione di tutti i riferimenti matematici presenti nella nostra vita a partire da una semplice pagina di giornale,sia alla lettura del bel libro di Luisa Girelli "Noi e i numeri".
NOI E LA MATEMATICA
ovvero
LA MATEMATICA DEL QUOTIDIANO
Dopo aver eseguito il lavoro di ricerca dei riferimenti matematici all'interno del testo di un articolo della pagina culturale di un quotidiano, ho più volte tentato di effettuare la medesima ricerca nella vita di ogni giorno.
Sono arrivata alla conclusione che è impossibile realizzare una statistica di ricorrenza attendibile: l'orologio, le frequenze radio sul sintonizzatore, il contachilometri della mia automobile, la musica, i tram, gli autobus, i cartelloni pubblicitari, l'utilizzo dei soldi, i prezzi esposti e le parole stesse contenute nei dialoghi delle persone, mi hanno fatto desistere!
Se analizzo solo le prime ore di una mia “giornata tipo”, mi rendo conto di essere circondata dai numeri: apro gli occhi e guardo l’ora sul display della mia radio- sveglia, mi peso, preparo la colazione e peso la quantità di cereali che mangerò, sintonizzo la mia stazione radio preferita e ascolto musica, accendo il cellulare e imposto il pin, mi lavo i denti per circa tre minuti, poi esco e chiamo l’ascensore (sul display compaiono i numeri dei piani), mi reco in edicola e compro il giornale (pago e mi danno il resto), acquisto il biglietto dell’autobus, poi vado alla fermata e guardo i tempi di attesa (5 minuti), arriva la 78…e così via…numeri, numeri e ancora numeri! Per non parlare di tutti i “più”, i “meno”, i “per” e tutti gli altri riferimenti matematici che uso parlando…
Se volessi realmente stilare una statistica in merito, credo diventerei letteralmente pazza!
La matematica è intorno a noi e dentro di noi, contribuisce a delineare i contorni della nostra stessa esistenza; ogni giorno compiamo operazioni matematiche inconsapevoli…
Per preservare la mia sanità mentale, mi limito a dire che un mondo senza matematica è impossibile ed io, che fino a poco prima della preparazione di questo esame credevo di essere decisamente negata, ho dovuto ricredermi!
A questo proposito, allego la mia breve riflessione riguardo alla prova "Noi e la matematica" strettamente correlata sia alla rilevazione di tutti i riferimenti matematici presenti nella nostra vita a partire da una semplice pagina di giornale,sia alla lettura del bel libro di Luisa Girelli "Noi e i numeri".
NOI E LA MATEMATICA
ovvero
LA MATEMATICA DEL QUOTIDIANO
Dopo aver eseguito il lavoro di ricerca dei riferimenti matematici all'interno del testo di un articolo della pagina culturale di un quotidiano, ho più volte tentato di effettuare la medesima ricerca nella vita di ogni giorno.
Sono arrivata alla conclusione che è impossibile realizzare una statistica di ricorrenza attendibile: l'orologio, le frequenze radio sul sintonizzatore, il contachilometri della mia automobile, la musica, i tram, gli autobus, i cartelloni pubblicitari, l'utilizzo dei soldi, i prezzi esposti e le parole stesse contenute nei dialoghi delle persone, mi hanno fatto desistere!
Se analizzo solo le prime ore di una mia “giornata tipo”, mi rendo conto di essere circondata dai numeri: apro gli occhi e guardo l’ora sul display della mia radio- sveglia, mi peso, preparo la colazione e peso la quantità di cereali che mangerò, sintonizzo la mia stazione radio preferita e ascolto musica, accendo il cellulare e imposto il pin, mi lavo i denti per circa tre minuti, poi esco e chiamo l’ascensore (sul display compaiono i numeri dei piani), mi reco in edicola e compro il giornale (pago e mi danno il resto), acquisto il biglietto dell’autobus, poi vado alla fermata e guardo i tempi di attesa (5 minuti), arriva la 78…e così via…numeri, numeri e ancora numeri! Per non parlare di tutti i “più”, i “meno”, i “per” e tutti gli altri riferimenti matematici che uso parlando…
Se volessi realmente stilare una statistica in merito, credo diventerei letteralmente pazza!
La matematica è intorno a noi e dentro di noi, contribuisce a delineare i contorni della nostra stessa esistenza; ogni giorno compiamo operazioni matematiche inconsapevoli…
Per preservare la mia sanità mentale, mi limito a dire che un mondo senza matematica è impossibile ed io, che fino a poco prima della preparazione di questo esame credevo di essere decisamente negata, ho dovuto ricredermi!
venerdì 13 giugno 2008
Il genio matematico della porta accanto...ovvero quando hai uno zio scienziato...
Di seguito, dopo ver tanto parlato di donne e matematica, ho deciso di pubblicare anche l'intervista ad un uomo; quella che ho realizzato a mio zio Francesco per poi presentarla all'esame di Matelsup.
Ecco a voi il risultato:
INTERVISTA AL "GENIO" DELLA PORTA ACCANTO
un’ intervista diretta ad un uomo che ha compiuto studiscientifici ed usa correntemente la matematica nella sua professione
L’INTERVISTATO:
FRANCESCO FRINGUELLI
docente di Chimica Organica II, Chimica dei Processi Biotecnologici, Didattica della Chimica Organica e Preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali presso l’Università degli studi di Perugia…nonché mio zio!
Carriera Accademica
Laurea in Chimica Industriale all’Università Statale di Milano (1963)
Assistente e Professore Incaricato all’Università di Perugia (1964-1974)
Professore Ordinario di Chimica Organica all’Università di Perugia (dal 1975)
Presidente del Corso di Laurea in Scienze Biologiche dell’Università di Perugia (1983-1987)
Membro del Direttivo Scientifico della Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana (1992-1998)
Membro del Consiglio Direttivo del Centro Interuniversitario di Ricerca sulle Reazioni Pericicliche e Sintesi di Sistemi Etero- e Carbociclici (dal 1996)
Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Università di Perugia (1993-2001)
Preside della Facoltà di Scienze dell’Università di Perugia (dal 2003)
Membro del Consiglio Direttivo del Centro di Eccellenza su Materiali Innovativi Nanostrutturati (CEMIN) (dal 2004)
Tematiche di Ricerca
Sintesi di terpenoidi (1963-1975)
Chimica del tellurofene (1970-1982)
Aspetti sintetici e stereochimici della reazione di Diels-Alder (dal 1975)
Sintesi asimmetriche (dal 1988)
Reazioni organiche in acqua (dal 1988)
Reazioni in assenza di solvente (dal 2003)
Pubblicazioni Scientifiche
148 lavori scientifici pubblicati su giornali internazionali :
145 comunicazioni e conferenze plenarie a congressi
Co-autore di due testi scientifici: "Dienes in the Diels-Alder Reactions" (Ed. J. Wiley, N.Y., 1990) e "The Diels-AlderReaction. Selected Practical Methods" (Ed. J. Wiley, N.Y., 2002)
10 Reviews per: Advanced in Heterocyclic Chemistry (1977), La Chimica e l’Industria (1978), Organic Functional Groups (1986), Organic Preparations and Procedures International (1990 and 2002); Acta Chemica Scandinavica (1993); Heterocycles (1999); European Journal of Organic Chemistry (2001); Current Organic Chemistry (2002), Arkivok (2002).
9 capitoli in testi scientifici: Seminars in Organic Synthesis (1992 and 1998, Pb. SCI), Recent Research Developments in Synthetic Organic Chemistry (1997, Pb. Trans. Ret. Wet.); Trends in Organic Chemistry (1998, Pb. Res. Tr.), Targets in Heterocyclic Systems (1997 e 2004, Pb. SCI), Organic Synthesis in Water (1998, Pb. Chapman and Hall), Green Chemistry: Environment Friendly Alternatives (2003, Pb. Narosa House), Organic Reactions in Water (2007, Pb. Blackwell).
I1 brevetto: Composti derivati dalla Colchicina, procedimento per la loro preparazione e uso in campo medico.
Altro
Membro della Società Chimica Italiana, della Divisione Italiana di Chimica Organica, della American Chemical Society, della Royal Chemical Society (GB) e della Organic Chemical Division.
Coordinatore del progetto nazionale PRIN 2006-08 "Catalizzatori, Metodologie e Processi Innovativi per il Regio- e Stereocontrollo delle Sintesi Organiche (Euro 390.000)
Reviewer dei principali giornali e riviste internazionale di Chimica Organica
Membro del Consiglio Direttivo del Centro di Eccellenza sui Materiali Innovativi Nanostrutturati (CEMIN)
Per un quadro più ampio si veda il sito personale:
http://www.fringuelli.it/francesco/Default.htm
ENTRANDO NEL VIVO DELL’INTERVISTA….
1) A che età hai scoperto l’esistenza della matematica?
Circa a 12-13 anni
2) Attraverso quali esperienze?
Grazie alle coinvolgenti lezioni del mio professore alla scuola media
3) Insieme a chi? Grazie a chi?
È stato un percorso "in solitaria" realizzato come un’avventura grazie ai miei insegnanti.
4) Che importanza ha avuto la scuola nella scoperta della matematica?
Semplicemente fondamentale…
5) Quali altre esperienze al di fuori della scuola (prima della scuola, durante la scuola) ti hanno fatto scoprire la matematica?
I giochi matematici, il mio intrattenimento di sempre…una vera passione!
6) Quando e come hai scoperto la tua passione per la chimica?
Al liceo…
7) Come andavi in matematica a scuola? Sei sempre andato bene?
Sono sempre andato bene, la materia mi piaceva e poi ci mettevo anche quel tanto d’impegno che bastava…
8) Che ricordo hai dei tuoi insegnanti di matematica? Hanno riconosciuto il tuo talento? Ti hanno incoraggiato?
Conservo di tutti loro un buon ricordo, soprattutto di quelli che hanno creduto nelle mie potenzialità incoraggiandomi!
Studi, curriculum
9) Che tipo di studi hai svolto?
Quelli canonici (elementari, medie e superiori) e poi ho completato il ciclo con l’università
10) Hai scelto tu questo tipo di studi?
Sì,dopo la scuola media i miei genitori hanno rispettato le mie scelte.
11) Come andavi nelle altre materie?
Bene, m’impegnavo in tutte…
12) La passione per la scienza mai compromesso il rendimento nelle altre materie?
Assolutamente no; anzi…
13) Come ti vedevano i tuoi insegnanti, i tuoi professori?
Come un allievo diligente, studioso, impegnato…
Familiarita’
14) Dal punto di vista scientifico, ci sono altri "geni" come te nella tua famiglia?
Sì...ma non ti dirò mai a chi mi riferisco…
15) Il tuo carattere (la tua personalità) sono caratteristici secondo te di una persona che ama la matematica? Puoi descriverci alcuni aspetti?
Assolutamente sì. Razionalità, logica, valutazione, deduzione.
Personalita’
16) Ti ritieni una persona socievole?
Sì, abbastanza…magari con l’età mi sono un po’ chiuso…
17) Ritieni di essere creativo?
Sì!
18) Parlaci della tua fantasia
Nel mio lavoro è fondamentale per la creatività e per progettare e sviluppare una ricerca, è una finestra verso il futuro
19) Qual è il tuo rapporto con il computer?
Pessimo…nonostante lo debba usare…
20) Ti piace giocare? Quali tipi di giochi?
Sì. Amo i giochi d’azione, di competizione e raziocinio (bridge, scacchi, tennis, calcio, biliardo) e i giochi matematici, naturalmente…
La professione scelta
21) Sotto quale aspetto la tua professione attuale ha una relazione con la matematica?
La matematica è la base di qualunque scienza e io mi occupo di scienza
22) Cosa pensavi (sognavi) di fare da grande?
Lo scienziato
23)Pensi di avere realizzato i tuoi sogni?
…sì!
Concorsi, gare
24) Hai mai partecipato a delle gare di matematica?
No
25) Hai mai partecipato a dei concorsi con prove di carattere matematico o coinvolgenti la matematica?
No
26) Hai mai partecipato a delle selezioni interne in cui la matematica fosse determinante?
No
27) Come è stato il tuo rendimento in queste circostanze
…
Matematica e società
28) Qual è il ruolo della matematica nella società moderna?
Fondamentale, senza la matematica non si può fare neppure la spesa
29) Pensi che l’insegnamento della matematica sia adeguato alle esigenze della nostra società (civiltà)?
sì, anche se si può sempre fare di meglio…per quanto riguarda le esigenze della nostra società…non riesco ad immaginare o a prospettare un mondo senza matematica…
Computer, internet
30) Che rapporto hai con il computer?
Come ho già detto pessimo.
31) Che rapporto hai con internet?
Utilitaristico…ma comunque…pessimo!
31) Che rapporto pensi che ci sia tra il computer e la matematica?
Come tra figlio e madre
32)Conosci qualche linguaggio di programmazione?
No…
Memoria
32) Come consideri la tua memoria? (normale, buona, ottima)
Buona.
33) Che tipo di memoria hai? (uditiva, visiva)
L’uno e l’altra.
34) Secondo te come deve essere la memoria di un matematico (di un genio matematico della porta accanto)?
Un buon matematico ha (o dovrebbe avere) generalmente una buona memoria, così come ogni scienziato…poi penso ad Einstein…!
Numeri, calcolo mentale
35) Esegui mai calcoli a mente?
Spessissimo, è una ginnastica mentale.
36) Quando e quanto usi la calcolatrice per fare i calcoli della vita quotidiana?
Solo quando sono molti.
37) Quali grandi numeri conosci?
Il numero di Avogadro[1], pi-greco, la velocità della luce
38) Qual è il numero più grande che hai mai incontrato?
Il numero di Avogadro
39) Qual è il numero più interessante che hai conosciuto? E perché lo consideri tale?
Sarò ripetitivo ma dico ancora il numero di Avogadro; è un fondamento della chimica.
Sogni nel cassetto
40) Qual è stata la tua più grande "sfida" scientifica?
Lo studio sull’origine della vita
41) Quali sono i tuoi sogni nel cassetto, dal punto di vista scientifico?
Capire la relazione tra chiralità[1] e origine della vita…
per inciso:
Il Numero di Avogadro, chiamato così in onore di Amedeo Avogadro e denotato dal simbolo o , è il numero di elementi (solitamente atomi, molecole o ioni) contenuti in una mole. Viene formalmente definito come il numero di atomi di carbonio – 12 presenti in 0,012 kg di tale sostanza.
La chiralità (dal greco χείρ cheir, "mano"), è in senso generale la proprietà di avere un'immagine speculare non sovrapponibile a sé come avviene, appunto, nel caso di una mano. Un oggetto con questa proprietà è detto chirale
Ecco a voi il risultato:
INTERVISTA AL "GENIO" DELLA PORTA ACCANTO
un’ intervista diretta ad un uomo che ha compiuto studiscientifici ed usa correntemente la matematica nella sua professione
L’INTERVISTATO:
FRANCESCO FRINGUELLI
docente di Chimica Organica II, Chimica dei Processi Biotecnologici, Didattica della Chimica Organica e Preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali presso l’Università degli studi di Perugia…nonché mio zio!
Carriera Accademica
Laurea in Chimica Industriale all’Università Statale di Milano (1963)
Assistente e Professore Incaricato all’Università di Perugia (1964-1974)
Professore Ordinario di Chimica Organica all’Università di Perugia (dal 1975)
Presidente del Corso di Laurea in Scienze Biologiche dell’Università di Perugia (1983-1987)
Membro del Direttivo Scientifico della Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana (1992-1998)
Membro del Consiglio Direttivo del Centro Interuniversitario di Ricerca sulle Reazioni Pericicliche e Sintesi di Sistemi Etero- e Carbociclici (dal 1996)
Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Università di Perugia (1993-2001)
Preside della Facoltà di Scienze dell’Università di Perugia (dal 2003)
Membro del Consiglio Direttivo del Centro di Eccellenza su Materiali Innovativi Nanostrutturati (CEMIN) (dal 2004)
Tematiche di Ricerca
Sintesi di terpenoidi (1963-1975)
Chimica del tellurofene (1970-1982)
Aspetti sintetici e stereochimici della reazione di Diels-Alder (dal 1975)
Sintesi asimmetriche (dal 1988)
Reazioni organiche in acqua (dal 1988)
Reazioni in assenza di solvente (dal 2003)
Pubblicazioni Scientifiche
148 lavori scientifici pubblicati su giornali internazionali :
145 comunicazioni e conferenze plenarie a congressi
Co-autore di due testi scientifici: "Dienes in the Diels-Alder Reactions" (Ed. J. Wiley, N.Y., 1990) e "The Diels-AlderReaction. Selected Practical Methods" (Ed. J. Wiley, N.Y., 2002)
10 Reviews per: Advanced in Heterocyclic Chemistry (1977), La Chimica e l’Industria (1978), Organic Functional Groups (1986), Organic Preparations and Procedures International (1990 and 2002); Acta Chemica Scandinavica (1993); Heterocycles (1999); European Journal of Organic Chemistry (2001); Current Organic Chemistry (2002), Arkivok (2002).
9 capitoli in testi scientifici: Seminars in Organic Synthesis (1992 and 1998, Pb. SCI), Recent Research Developments in Synthetic Organic Chemistry (1997, Pb. Trans. Ret. Wet.); Trends in Organic Chemistry (1998, Pb. Res. Tr.), Targets in Heterocyclic Systems (1997 e 2004, Pb. SCI), Organic Synthesis in Water (1998, Pb. Chapman and Hall), Green Chemistry: Environment Friendly Alternatives (2003, Pb. Narosa House), Organic Reactions in Water (2007, Pb. Blackwell).
I1 brevetto: Composti derivati dalla Colchicina, procedimento per la loro preparazione e uso in campo medico.
Altro
Membro della Società Chimica Italiana, della Divisione Italiana di Chimica Organica, della American Chemical Society, della Royal Chemical Society (GB) e della Organic Chemical Division.
Coordinatore del progetto nazionale PRIN 2006-08 "Catalizzatori, Metodologie e Processi Innovativi per il Regio- e Stereocontrollo delle Sintesi Organiche (Euro 390.000)
Reviewer dei principali giornali e riviste internazionale di Chimica Organica
Membro del Consiglio Direttivo del Centro di Eccellenza sui Materiali Innovativi Nanostrutturati (CEMIN)
Per un quadro più ampio si veda il sito personale:
http://www.fringuelli.it/francesco/Default.htm
ENTRANDO NEL VIVO DELL’INTERVISTA….
1) A che età hai scoperto l’esistenza della matematica?
Circa a 12-13 anni
2) Attraverso quali esperienze?
Grazie alle coinvolgenti lezioni del mio professore alla scuola media
3) Insieme a chi? Grazie a chi?
È stato un percorso "in solitaria" realizzato come un’avventura grazie ai miei insegnanti.
4) Che importanza ha avuto la scuola nella scoperta della matematica?
Semplicemente fondamentale…
5) Quali altre esperienze al di fuori della scuola (prima della scuola, durante la scuola) ti hanno fatto scoprire la matematica?
I giochi matematici, il mio intrattenimento di sempre…una vera passione!
6) Quando e come hai scoperto la tua passione per la chimica?
Al liceo…
7) Come andavi in matematica a scuola? Sei sempre andato bene?
Sono sempre andato bene, la materia mi piaceva e poi ci mettevo anche quel tanto d’impegno che bastava…
8) Che ricordo hai dei tuoi insegnanti di matematica? Hanno riconosciuto il tuo talento? Ti hanno incoraggiato?
Conservo di tutti loro un buon ricordo, soprattutto di quelli che hanno creduto nelle mie potenzialità incoraggiandomi!
Studi, curriculum
9) Che tipo di studi hai svolto?
Quelli canonici (elementari, medie e superiori) e poi ho completato il ciclo con l’università
10) Hai scelto tu questo tipo di studi?
Sì,dopo la scuola media i miei genitori hanno rispettato le mie scelte.
11) Come andavi nelle altre materie?
Bene, m’impegnavo in tutte…
12) La passione per la scienza mai compromesso il rendimento nelle altre materie?
Assolutamente no; anzi…
13) Come ti vedevano i tuoi insegnanti, i tuoi professori?
Come un allievo diligente, studioso, impegnato…
Familiarita’
14) Dal punto di vista scientifico, ci sono altri "geni" come te nella tua famiglia?
Sì...ma non ti dirò mai a chi mi riferisco…
15) Il tuo carattere (la tua personalità) sono caratteristici secondo te di una persona che ama la matematica? Puoi descriverci alcuni aspetti?
Assolutamente sì. Razionalità, logica, valutazione, deduzione.
Personalita’
16) Ti ritieni una persona socievole?
Sì, abbastanza…magari con l’età mi sono un po’ chiuso…
17) Ritieni di essere creativo?
Sì!
18) Parlaci della tua fantasia
Nel mio lavoro è fondamentale per la creatività e per progettare e sviluppare una ricerca, è una finestra verso il futuro
19) Qual è il tuo rapporto con il computer?
Pessimo…nonostante lo debba usare…
20) Ti piace giocare? Quali tipi di giochi?
Sì. Amo i giochi d’azione, di competizione e raziocinio (bridge, scacchi, tennis, calcio, biliardo) e i giochi matematici, naturalmente…
La professione scelta
21) Sotto quale aspetto la tua professione attuale ha una relazione con la matematica?
La matematica è la base di qualunque scienza e io mi occupo di scienza
22) Cosa pensavi (sognavi) di fare da grande?
Lo scienziato
23)Pensi di avere realizzato i tuoi sogni?
…sì!
Concorsi, gare
24) Hai mai partecipato a delle gare di matematica?
No
25) Hai mai partecipato a dei concorsi con prove di carattere matematico o coinvolgenti la matematica?
No
26) Hai mai partecipato a delle selezioni interne in cui la matematica fosse determinante?
No
27) Come è stato il tuo rendimento in queste circostanze
…
Matematica e società
28) Qual è il ruolo della matematica nella società moderna?
Fondamentale, senza la matematica non si può fare neppure la spesa
29) Pensi che l’insegnamento della matematica sia adeguato alle esigenze della nostra società (civiltà)?
sì, anche se si può sempre fare di meglio…per quanto riguarda le esigenze della nostra società…non riesco ad immaginare o a prospettare un mondo senza matematica…
Computer, internet
30) Che rapporto hai con il computer?
Come ho già detto pessimo.
31) Che rapporto hai con internet?
Utilitaristico…ma comunque…pessimo!
31) Che rapporto pensi che ci sia tra il computer e la matematica?
Come tra figlio e madre
32)Conosci qualche linguaggio di programmazione?
No…
Memoria
32) Come consideri la tua memoria? (normale, buona, ottima)
Buona.
33) Che tipo di memoria hai? (uditiva, visiva)
L’uno e l’altra.
34) Secondo te come deve essere la memoria di un matematico (di un genio matematico della porta accanto)?
Un buon matematico ha (o dovrebbe avere) generalmente una buona memoria, così come ogni scienziato…poi penso ad Einstein…!
Numeri, calcolo mentale
35) Esegui mai calcoli a mente?
Spessissimo, è una ginnastica mentale.
36) Quando e quanto usi la calcolatrice per fare i calcoli della vita quotidiana?
Solo quando sono molti.
37) Quali grandi numeri conosci?
Il numero di Avogadro[1], pi-greco, la velocità della luce
38) Qual è il numero più grande che hai mai incontrato?
Il numero di Avogadro
39) Qual è il numero più interessante che hai conosciuto? E perché lo consideri tale?
Sarò ripetitivo ma dico ancora il numero di Avogadro; è un fondamento della chimica.
Sogni nel cassetto
40) Qual è stata la tua più grande "sfida" scientifica?
Lo studio sull’origine della vita
41) Quali sono i tuoi sogni nel cassetto, dal punto di vista scientifico?
Capire la relazione tra chiralità[1] e origine della vita…
per inciso:
Il Numero di Avogadro, chiamato così in onore di Amedeo Avogadro e denotato dal simbolo o , è il numero di elementi (solitamente atomi, molecole o ioni) contenuti in una mole. Viene formalmente definito come il numero di atomi di carbonio – 12 presenti in 0,012 kg di tale sostanza.
La chiralità (dal greco χείρ cheir, "mano"), è in senso generale la proprietà di avere un'immagine speculare non sovrapponibile a sé come avviene, appunto, nel caso di una mano. Un oggetto con questa proprietà è detto chirale
giochino di logica e attenzione...per chi ha voglia di cimentarsi!

Il cacciatore e l'orso
Un cacciatore di orsi parte per una battuta di caccia. Raggiunto il luogo desiderato pianta la sua tenda e prepara tutte le sue cose. Si incammina verso Sud per un chilometro alla ricerca di orsi, ma non trova nulla. Decide percio' di deviare percorrendo un chilometro verso Est. Di nuovo non trova nulla e si dirige ora verso Nord. Dopo un chilometro trova un orso che sta frugando proprio nella tenda che lui aveva piantato poco prima; lo agguanta con la sua rete e lo cattura. Di che colore e' l'orso e perche' e' certamente di quel colore?
Un cacciatore di orsi parte per una battuta di caccia. Raggiunto il luogo desiderato pianta la sua tenda e prepara tutte le sue cose. Si incammina verso Sud per un chilometro alla ricerca di orsi, ma non trova nulla. Decide percio' di deviare percorrendo un chilometro verso Est. Di nuovo non trova nulla e si dirige ora verso Nord. Dopo un chilometro trova un orso che sta frugando proprio nella tenda che lui aveva piantato poco prima; lo agguanta con la sua rete e lo cattura. Di che colore e' l'orso e perche' e' certamente di quel colore?
Soluzione...
L'orso e' bianco. Infatti l'unico posto sulla superficie terrestre al quale si torni dopo aver percorso 1 km verso Sud, 1 km verso Est, 1 km verso Nord e' il polo Nord e li' ci sono solo gli orsi bianchi...
In realta' il polo Nord non e' l'unico punto; esistono anche altri punti sulla superficie terrestre per cui vale la proprieta' di cui si diceva sopra; Per es. se ci si pone ad una distanza di circa 1 km e 159 metri dal polo Sud; in tal modo dopo aver percorso 1 km verso sud si compie 1 km verso Est facendo un giro completo intorno al polo Sud e poi percorrendo il km finale verso Nord si torna esattamente al punto di partenza.
In realta' il polo Nord non e' l'unico punto; esistono anche altri punti sulla superficie terrestre per cui vale la proprieta' di cui si diceva sopra; Per es. se ci si pone ad una distanza di circa 1 km e 159 metri dal polo Sud; in tal modo dopo aver percorso 1 km verso sud si compie 1 km verso Est facendo un giro completo intorno al polo Sud e poi percorrendo il km finale verso Nord si torna esattamente al punto di partenza.
Mary Somerville: quando la matematica è donna...
PERCHÉ PROPRIO MARY SOMERVILLE?
Ho scelto prima di tutto una protagonista femminile: come donna non ho mai sopportato la discriminazione e, benché personalmente incarnassi appieno il luogo comune che ci ha sempre volute inadatte alla scienza, ho cercato di approfondire l’argomento e di trovare testimonianze che contraddicessero quello che, ancora oggi, per molti è un dato di fatto.
Ho pensato che fosse interessante riflettere sul rapporto “donne e matematica”, per poi dare uno sguardo alla presenza femminile nell'evoluzione del pensiero matematico. Pur nella scarsità di fonti letterarie in merito; nomi come quello di Ipazia, di Madame Du Châtelet, di Maria Gaetana Agnesi, di Sophie Germain, di Caroline Hersche, di Ada Byron countessa di Lovelace, di Sophie Kowalevski , di Emmy Noether hanno costellato la storia. Donne e scienziate straordinarie che si sono distinte per personalità e forza di volontà, oltre che per genialità.
Mary Somerville è una di loro. L’ho anche scelta per la sua testardaggine che l’ha portata a dedicarsi alla scienza da autodidatta, superando le convenzioni del suo tempo. Timida, non bella e apparentemente scialba, la Somerville ha dimostrato con i fatti il suo genio e il suo valore, facendo incetta di onoreficenze e lasciando la sua impronta nella storia del progresso scientifico.
Una donna che ha sempre sostenuto il diritto all’istruzione femminile e al suffragio universale “in tempi non sospetti”.
Per evidenziarne la spiccata personalità mi sono soffermata sugli aspetti più personali della sua biografia limitandomi a citare, anche per incompetenza, quelli strettamente scientifici.
Introduzione
Di solito la gente è portata dalle consuetudini sociali a considerare la matematica come campo d’interesse esclusivamente maschile.
Ciò, tuttavia, non è completamente vero.
Attraverso la storia, ci sono state molte donne matematiche che hanno contribuito allo sviluppo di questa scienza tanto quanto le loro controparti maschili.
Sebbene i loro nomi possano essere stati dimenticati, non è così per i loro lavori matematici.
Una di queste donne era Mary Fairfax Greig Somerville
Mary Fairfax Greig Somerville (1780-1872)
L’infanzia
Mary era la quinta di sette figli ma tre morirono molto giovani.
Ai tre fratelli venne data la possibilità di studiare ma, in accordo con le idee del tempo che consideravano inutile l’istruzione femminile, Mary non ricevette un’educazione adeguata alla sua curiosità ed intelligenza.
Da bambina sua madre le insegnò ugualmente a leggere, ma pensava non fosse necessario fare lo stesso per la scrittura…
Il collegio e l’opposizione familiare
A dieci anni fu mandata al collegio femminile a Musselburgh (poche miglia a est di Edimburgo sul Firth of Forth); lì fu così infelice che, dopo appena un anno i genitori si persuasero a riportarla a casa. Mary, andandosene, finalmente si sentì:
“... come un animale selvatico scappato da una gabbia.”
Una ragazza testarda…
Tornata Burntisland iniziò ad istruirsi da sola leggendo ogni libro che poteva trovare in casa. Lontana dall'essere incoraggiata, Mary veniva criticata e additata come perditempo da tutti i membri della famiglia.
Per obbligarla ad occupazioni più consone ad una ragazza di buona famiglia, fu quindi iscritta alla scuola di Burntisland per imparare i rudimenti dell’economia domestica.
L’incontro con Nasmyth e la matematica
Come ogni ragazza del suo rango imparò a suonare il piano e le furono impartite lezioni di pittura dall'artista Alexander Nasmyth.
Proprio grazie a lui Mary iniziò ad interessarsi alla matematica: lo sentì spiegare ad un altro allievo gli elementi di Euclide e le basi della prospettiva nel disegno. Bastò questo perché Mary convincesse il precettore del fratello minore ad introdurla alle teorie euclidee.
Egli le procurò anche dei testi di algebra e la sostenne nello studio cui si dedicava notte tempo con passione.
Il matrimonio
A 24 anni, nel 1804, Mary sposò Samuel Greig, un ufficiale navale della marina russa. Quando lui fu trasferito a Londra, Mary andò con lui distaccandosi dall’opprimente famiglia d’origine.
Il marito non capì mai la sua propensione allo studio e alla conoscenza:
“Aveva una bassissima opinione delle capacità del mio sesso e nessuna conoscenza e nessun interesse per qualunque genere di scienza.”
Creig morì ad appena tre anni di distanza dal matrimonio e Mary, rimasta sola con due figli, tornò in Scozia.
Una nuova vita
Le cose da questo momento iniziarono ad essere diverse; Mary si creò in poco tempo un ristretto gruppo di amici che condividevano i suoi interessi scientifici.
John Playfair, professore di filosofia naturale a Edimburgo, la incoraggiò e la presentò a William Wallace, professore di matematica al Royal Military College di Great Marlow, con cui Mary intrecciò una profonda amicizia e una fitta corrispondenza finalizzata alla condivisione e alla risoluzione di problemi del “ Mathematical Repository”.
Nel 1811 Mary vinse una medaglia d'argento per la risoluzione di uno di essi.
Su suggerimento dei suoi nuovi amici lesse molti testi matematici e astronomici tra i quali i Principia di Newton e la Mécanique Céleste di Laplace
Un nuovo amore...
Nel 1812 Mary Greig sposò William Somerville, un chirurgo della marina britannica (nonché suo cugino). Contrariamente al precedente marito egli, che condivideva con la moglie l'interesse per la scienza, la sostenne e la incoraggiò negli studi. Botanica, greco, geologia furono solo alcuni degli interessi che Mary approfondì in questo periodo durante il quale entrambi i coniugi Somerville frequentarono amici come Playfair, Leslie, Sir William Scott e il fisico David Brewster.
Frequentazioni d'eccezione...
Quando William Somerville fu nominato Ispettore dell'Army Medical Board nel 1816, la famiglia si trasferì da Edimburgo a Londra. Il marito di Mary fu eletto nella Royal Society e i due entrarono nei principali circoli scientifici del tempo. Tra i loro amici si contavano George Airy, John e William Hershel, George Peacock e Charles Babbage; frequentarono anche gran parte degli scienziati e matematici che visitarono la Londra del tempo.
Quando, nel 1817, visitarono Parigi i coniugi Somerville furono presentati a scienziati del calibro di: Laplace, Poisson, Poisont, Emile Mathieu e molti altri.
Il debutto scientifico
Nel 1824 William fu assunto al Royal Hospital di Chelsea; dove si trasferì con la famiglia. Qui Mary lavorò al suo primo studio sugli effetti elettromagnetici dei raggi ultravioletti dello spettro solare che pubblicò nel 1826 per la Royal Society.
“I meccanismi celesti”: la consacrazione
La teoria fu in seguito smentita ma rappresentò un'ottima opportunità cui seguì, nel 1827, la traduzione della Mécanique Céleste di Laplace. Il lavoro avrebbe dovuto essere pubblicato per conto della Royal Society come testo per la “Diffusione di conoscenza utile”, ma alla fine risultò troppo ampio e, John Hershel, ne propose la pubblicazione all'editore John Murray.
Il libro, che uscì nel 1831 con il titolo “I meccanismi dei cieli”, spiegava nel dettaglio la matematica usata da Laplace addentrandosi in territori pressoché sconosciuti alla maggior parte dei matematici del tempo. Fu un successo di vendita e critica.
Il secondo libro:la fama
Mary Somerville passò circa un anno all'estero nel 1832-33, si fermò per lo più a Parigi dove riprese vecchie amicizie con i matematici del luogo e lavorò sul suo libro seguente “La connessione delle scienze fisiche” che fu pubblicato nel 1834. La sua discussione su un ipotetico pianeta perturbante Urano, nella sesta edizione (1842) del lavoro, portò Adams alla sua investigazione e alla conseguente scoperta di Nettuno.
Gli onori...
Nel 1834 fu eletta membro onorario della Société de Phisique et d'Histoire Naturelle di Genève e della Royal Irish Academy.
Nel 1835, ricevette un onore mai concesso prima ad una donna; fu eletta alla Royal Astronomical Society (con Caroline Herschel)
Sir Robert Peel, primo ministro britannico dal 1834-35 e di nuovo nel 1841-46, la onorò con una pensione civile di £200 per anno nel suo primo periodo di carica. Questa fu aumentata a £300 nel 1837 da William Lamb, secondo Visconte di Melbourne (primo ministro britannico dal 1835 al 1841).
L'Italia...
Quando nel 1838 la salute del marito William venne compromessa da una grave malattia, la famiglia si trasferì in Italia, dove Mary lavorò a molte pubblicazioni.
Tra queste la più importante, uscita nel 1848, fu “Geografia fisica” ; un testo che fu usato sino agli inizi del XX secolo da scuole e università.
Verso il tramonto...
Mary Somerville non perse mai il suo spirito battagliero; sostenne con fervore il diritto all'istruzione e il suffragio femminile, tanto che quando John Stuart Mill, il filosofo ed economo inglese, organizzò una petizione rivolta al Parlamento inglese per dare il diritto di voto alle donne, fu la prima a firmarla.
Morì a Napoli il 29 novembre del 1872. Ora riposa nel Cimitero acattolico di Santa Maria della Fede.
Dissero di lei...
Nel 1831 James David Forbes, che poi sarebbe diventato Rettore dell' Università di St Andrews, dopo averla incontrata a Londra scrisse sul suo taccuino le sue impressioni su Mary:
“Sotto l'altezza media, bionda, portamento non particolarmente espressivo tranne gli occhi che sono penetranti. Vista corta. Maniere le più semplici possibili. Conversazione molto semplice e piacevole. Semplicità non nell'evitare argomenti scientifici di cui è molto esperta, ma nell'essere pronta a parlare di questi con la semplicità di un bambino e l'apparente incoscienza della rarità di questa conoscenza che possiede, cosa che richiede un momento di riflessione per rendersi conto che si sta ascoltando qualcosa di davvero straordinario dalla bocca di una donna...”
Mentre Sir David Brewster, inventore del caleidoscopio e Rettore dell'Università di St. Andrews, nel 1829, scrisse di lei:
“... di certo la donna più straordinaria in Europa - una matematica di primo grado con tutte le gentilezze di una donna... anche una grande filosofa naturale e mineralogista.”
Disse di sé stessa e del suo atteggiamento nei confronti della vita:
“A volte trovo (problemi matematici) difficili, ma la mia vecchia ostinazione rimane, perché se non riesco oggi li attacco domani.”
Ho scelto prima di tutto una protagonista femminile: come donna non ho mai sopportato la discriminazione e, benché personalmente incarnassi appieno il luogo comune che ci ha sempre volute inadatte alla scienza, ho cercato di approfondire l’argomento e di trovare testimonianze che contraddicessero quello che, ancora oggi, per molti è un dato di fatto.
Ho pensato che fosse interessante riflettere sul rapporto “donne e matematica”, per poi dare uno sguardo alla presenza femminile nell'evoluzione del pensiero matematico. Pur nella scarsità di fonti letterarie in merito; nomi come quello di Ipazia, di Madame Du Châtelet, di Maria Gaetana Agnesi, di Sophie Germain, di Caroline Hersche, di Ada Byron countessa di Lovelace, di Sophie Kowalevski , di Emmy Noether hanno costellato la storia. Donne e scienziate straordinarie che si sono distinte per personalità e forza di volontà, oltre che per genialità.
Mary Somerville è una di loro. L’ho anche scelta per la sua testardaggine che l’ha portata a dedicarsi alla scienza da autodidatta, superando le convenzioni del suo tempo. Timida, non bella e apparentemente scialba, la Somerville ha dimostrato con i fatti il suo genio e il suo valore, facendo incetta di onoreficenze e lasciando la sua impronta nella storia del progresso scientifico.
Una donna che ha sempre sostenuto il diritto all’istruzione femminile e al suffragio universale “in tempi non sospetti”.
Per evidenziarne la spiccata personalità mi sono soffermata sugli aspetti più personali della sua biografia limitandomi a citare, anche per incompetenza, quelli strettamente scientifici.
Introduzione
Di solito la gente è portata dalle consuetudini sociali a considerare la matematica come campo d’interesse esclusivamente maschile.
Ciò, tuttavia, non è completamente vero.
Attraverso la storia, ci sono state molte donne matematiche che hanno contribuito allo sviluppo di questa scienza tanto quanto le loro controparti maschili.
Sebbene i loro nomi possano essere stati dimenticati, non è così per i loro lavori matematici.
Una di queste donne era Mary Fairfax Greig Somerville
Mary Fairfax Greig Somerville (1780-1872)
L’infanzia
Mary era la quinta di sette figli ma tre morirono molto giovani.
Ai tre fratelli venne data la possibilità di studiare ma, in accordo con le idee del tempo che consideravano inutile l’istruzione femminile, Mary non ricevette un’educazione adeguata alla sua curiosità ed intelligenza.
Da bambina sua madre le insegnò ugualmente a leggere, ma pensava non fosse necessario fare lo stesso per la scrittura…
Il collegio e l’opposizione familiare
A dieci anni fu mandata al collegio femminile a Musselburgh (poche miglia a est di Edimburgo sul Firth of Forth); lì fu così infelice che, dopo appena un anno i genitori si persuasero a riportarla a casa. Mary, andandosene, finalmente si sentì:
“... come un animale selvatico scappato da una gabbia.”
Una ragazza testarda…
Tornata Burntisland iniziò ad istruirsi da sola leggendo ogni libro che poteva trovare in casa. Lontana dall'essere incoraggiata, Mary veniva criticata e additata come perditempo da tutti i membri della famiglia.
Per obbligarla ad occupazioni più consone ad una ragazza di buona famiglia, fu quindi iscritta alla scuola di Burntisland per imparare i rudimenti dell’economia domestica.
L’incontro con Nasmyth e la matematica
Come ogni ragazza del suo rango imparò a suonare il piano e le furono impartite lezioni di pittura dall'artista Alexander Nasmyth.
Proprio grazie a lui Mary iniziò ad interessarsi alla matematica: lo sentì spiegare ad un altro allievo gli elementi di Euclide e le basi della prospettiva nel disegno. Bastò questo perché Mary convincesse il precettore del fratello minore ad introdurla alle teorie euclidee.
Egli le procurò anche dei testi di algebra e la sostenne nello studio cui si dedicava notte tempo con passione.
Il matrimonio
A 24 anni, nel 1804, Mary sposò Samuel Greig, un ufficiale navale della marina russa. Quando lui fu trasferito a Londra, Mary andò con lui distaccandosi dall’opprimente famiglia d’origine.
Il marito non capì mai la sua propensione allo studio e alla conoscenza:
“Aveva una bassissima opinione delle capacità del mio sesso e nessuna conoscenza e nessun interesse per qualunque genere di scienza.”
Creig morì ad appena tre anni di distanza dal matrimonio e Mary, rimasta sola con due figli, tornò in Scozia.
Una nuova vita
Le cose da questo momento iniziarono ad essere diverse; Mary si creò in poco tempo un ristretto gruppo di amici che condividevano i suoi interessi scientifici.
John Playfair, professore di filosofia naturale a Edimburgo, la incoraggiò e la presentò a William Wallace, professore di matematica al Royal Military College di Great Marlow, con cui Mary intrecciò una profonda amicizia e una fitta corrispondenza finalizzata alla condivisione e alla risoluzione di problemi del “ Mathematical Repository”.
Nel 1811 Mary vinse una medaglia d'argento per la risoluzione di uno di essi.
Su suggerimento dei suoi nuovi amici lesse molti testi matematici e astronomici tra i quali i Principia di Newton e la Mécanique Céleste di Laplace
Un nuovo amore...
Nel 1812 Mary Greig sposò William Somerville, un chirurgo della marina britannica (nonché suo cugino). Contrariamente al precedente marito egli, che condivideva con la moglie l'interesse per la scienza, la sostenne e la incoraggiò negli studi. Botanica, greco, geologia furono solo alcuni degli interessi che Mary approfondì in questo periodo durante il quale entrambi i coniugi Somerville frequentarono amici come Playfair, Leslie, Sir William Scott e il fisico David Brewster.
Frequentazioni d'eccezione...
Quando William Somerville fu nominato Ispettore dell'Army Medical Board nel 1816, la famiglia si trasferì da Edimburgo a Londra. Il marito di Mary fu eletto nella Royal Society e i due entrarono nei principali circoli scientifici del tempo. Tra i loro amici si contavano George Airy, John e William Hershel, George Peacock e Charles Babbage; frequentarono anche gran parte degli scienziati e matematici che visitarono la Londra del tempo.
Quando, nel 1817, visitarono Parigi i coniugi Somerville furono presentati a scienziati del calibro di: Laplace, Poisson, Poisont, Emile Mathieu e molti altri.
Il debutto scientifico
Nel 1824 William fu assunto al Royal Hospital di Chelsea; dove si trasferì con la famiglia. Qui Mary lavorò al suo primo studio sugli effetti elettromagnetici dei raggi ultravioletti dello spettro solare che pubblicò nel 1826 per la Royal Society.
“I meccanismi celesti”: la consacrazione
La teoria fu in seguito smentita ma rappresentò un'ottima opportunità cui seguì, nel 1827, la traduzione della Mécanique Céleste di Laplace. Il lavoro avrebbe dovuto essere pubblicato per conto della Royal Society come testo per la “Diffusione di conoscenza utile”, ma alla fine risultò troppo ampio e, John Hershel, ne propose la pubblicazione all'editore John Murray.
Il libro, che uscì nel 1831 con il titolo “I meccanismi dei cieli”, spiegava nel dettaglio la matematica usata da Laplace addentrandosi in territori pressoché sconosciuti alla maggior parte dei matematici del tempo. Fu un successo di vendita e critica.
Il secondo libro:la fama
Mary Somerville passò circa un anno all'estero nel 1832-33, si fermò per lo più a Parigi dove riprese vecchie amicizie con i matematici del luogo e lavorò sul suo libro seguente “La connessione delle scienze fisiche” che fu pubblicato nel 1834. La sua discussione su un ipotetico pianeta perturbante Urano, nella sesta edizione (1842) del lavoro, portò Adams alla sua investigazione e alla conseguente scoperta di Nettuno.
Gli onori...
Nel 1834 fu eletta membro onorario della Société de Phisique et d'Histoire Naturelle di Genève e della Royal Irish Academy.
Nel 1835, ricevette un onore mai concesso prima ad una donna; fu eletta alla Royal Astronomical Society (con Caroline Herschel)
Sir Robert Peel, primo ministro britannico dal 1834-35 e di nuovo nel 1841-46, la onorò con una pensione civile di £200 per anno nel suo primo periodo di carica. Questa fu aumentata a £300 nel 1837 da William Lamb, secondo Visconte di Melbourne (primo ministro britannico dal 1835 al 1841).
L'Italia...
Quando nel 1838 la salute del marito William venne compromessa da una grave malattia, la famiglia si trasferì in Italia, dove Mary lavorò a molte pubblicazioni.
Tra queste la più importante, uscita nel 1848, fu “Geografia fisica” ; un testo che fu usato sino agli inizi del XX secolo da scuole e università.
Verso il tramonto...
Mary Somerville non perse mai il suo spirito battagliero; sostenne con fervore il diritto all'istruzione e il suffragio femminile, tanto che quando John Stuart Mill, il filosofo ed economo inglese, organizzò una petizione rivolta al Parlamento inglese per dare il diritto di voto alle donne, fu la prima a firmarla.
Morì a Napoli il 29 novembre del 1872. Ora riposa nel Cimitero acattolico di Santa Maria della Fede.
Dissero di lei...
Nel 1831 James David Forbes, che poi sarebbe diventato Rettore dell' Università di St Andrews, dopo averla incontrata a Londra scrisse sul suo taccuino le sue impressioni su Mary:
“Sotto l'altezza media, bionda, portamento non particolarmente espressivo tranne gli occhi che sono penetranti. Vista corta. Maniere le più semplici possibili. Conversazione molto semplice e piacevole. Semplicità non nell'evitare argomenti scientifici di cui è molto esperta, ma nell'essere pronta a parlare di questi con la semplicità di un bambino e l'apparente incoscienza della rarità di questa conoscenza che possiede, cosa che richiede un momento di riflessione per rendersi conto che si sta ascoltando qualcosa di davvero straordinario dalla bocca di una donna...”
Mentre Sir David Brewster, inventore del caleidoscopio e Rettore dell'Università di St. Andrews, nel 1829, scrisse di lei:
“... di certo la donna più straordinaria in Europa - una matematica di primo grado con tutte le gentilezze di una donna... anche una grande filosofa naturale e mineralogista.”
Disse di sé stessa e del suo atteggiamento nei confronti della vita:
“A volte trovo (problemi matematici) difficili, ma la mia vecchia ostinazione rimane, perché se non riesco oggi li attacco domani.”
giovedì 12 giugno 2008
Ancora donne e matematica...sfatiamo i luoghi comuni!
Un paio di volte almeno Dante rappresenta la matematica in sembianze femminili: una volta nel
Convito, quando la definisce "dama bianchissima senza macula d'errore", ed una volta nella Divina Commedia, quando la personifica in Santa Lucia, "donna del Ciel", che guida il Poeta verso la soglia dell'espiazione.
Già nel 1300 Dante aveva compreso ciò che molti ancora oggi ignorano!
Ecco un altro interessante articolo in proposito che ho trovato su “Treccani scuola” on line.
Ah...l'autrice è Prima ricercatrice, presso l'Istituto per le Applicazioni del Calcolo, CNR; EWM Regional Coordinator...!
Donne e matematica: stato e possibilità
di Rosa Maria Spitaleri
In Italia il numero delle ragazze iscritte a corsi di Laurea in Matematica è notevolmente più alto di quello dei ragazzi e ciò si riflette anche nel numero dei laureati. Sembra dunque buona la relazione tra le donne italiane e la matematica, anche rispetto ad altri paesi, giacché c'è un consistente numero di donne che raggiungono buoni livelli professionali in area matematica.Tuttavia, anche se non ci sono barriere esplicite né legali né intellettuali, dal momento che ragazze e ragazzi dimostrano di essere uguali nell'insegnamento e nell'apprendimento della matematica, molti problemi rimangono e si avvertono soprattutto dal modo in cui le donne sentono sé stesse in professioni che comunque, nei posti di maggiore responsabilità e prestigio, hanno una prevalenza maschile.Esistono specifiche identità che le donne devono assumere per essere accettate nelle comunità matematiche? Hanno particolari attitudini di cui si avvale la comunità scientifica? Sentono di partecipare attivamente alla vita delle comunità scientifiche a cui afferiscono per la loro competenza? Costruiscono o promuovono relazioni in tali comunità? Il sapere delle donneSulla partecipazione delle donne agli studi matematici, all'insegnamento come alla ricerca, è importante non soltanto reperire informazioni quantitative, ma anche mettere a fuoco le caratteristiche qualitative dell'essere donna, cosa possa contribuire a incrementarne la presenza, quali iniziative si possano prendere. Identificare uno specifico sapere delle donne le spingerà anche ad agire con una maggiore consapevolezza all'interno della comunità matematica.La buona relazione tra donne e scienza appare, infatti, non ancora analizzata neppure da parte delle donne stesse, nonostante essa esista di fatto. Infatti, vivere in un paese industriale avanzato significa per le donne, spinte dalla necessità di organizzare e portare avanti la vita quotidiana del loro gruppo familiare, acquisire rapidamente familiarità con concetti, metodologie e risultati scientifici.Le donne possono essere facilmente riconosciute, in termini maschili 'per maggiore autorevolezza', come:- utenti finali di teorie e risultati scientifici (le vecchie e le nuove tecnologie hanno liberato e liberano la donna dai lavori di casa più pesanti, i risultati della ricerca in medicina danno un aiuto concreto per la salute dei figli, ecc…) - esperti dell'integrazione e spesso dello sviluppo di conoscenza scientifica (il ruolo di cura affidato alla donna dalla società richiede occhi educati a scoprire malattie, esperienza nel combinare terapie mediche e psicologiche, ecc…)- operatori scientifici (le donne operano in vari campi scientifici dove giocano ruoli professionali e educativi, ecc…)- modelli simbolici (il termine mothering è stato usato per significare uno speciale approccio alla conoscenza scientifica del mondo, che si prende cura di tutti i soggetti coinvolti nei processi di conoscenza).Dunque, le donne sono particolarmente coinvolte nella scienza e possiedono un'esperienza scientifica a molti livelli. Tale speciale relazione delle donne con la scienza riguarda anche la matematica e i settori collegati quali l'informatica e la tecnologia?Il ruolo delle donne nell'insegnamentoIn Italia, l'insegnamento in generale e della matematica in particolare è stato tradizionalmente affidato alle donne: quasi ogni studente ha avuto almeno una professoressa di matematica nella sua vita scolastica. Dal punto di vista delle donne, questo fatto potrebbe diventare un punto di interesse, soprattutto per la matematica. Le donne potrebbero infatti assumere un ruolo fondamentale nell'educazione dei giovani e influenzarne il background culturale e le future inclinazioni. Le donne potrebbero, dunque, essere determinanti nell'incrementare l'interesse maschile e femminile per la matematica e per altre aree di conoscenza.Se oggi l'insegnamento non gode di un alto prestigio sociale e le donne sono obbligate ad accettare un ruolo deprivato di una forte autorità, è proprio su questo terreno che le donne potrebbero sfidare la società e ridare autorevolezza alla professionalità degli insegnanti quali preziosi esperti nel campo educativo.Donne e ottimizzazioneLa vita quotidiana mostra che le donne hanno una speciale attitudine per l'ottimizzazione dei compiti. Per quasi tutta la loro vita si sono dedicate a ottimizzare procedure e, fin da ragazze, hanno dovuto tener conto di differenti compiti da espletare in parallelo, hanno dovuto costruire procedure semplificate per interagire con realtà ed eventi complessi, minimizzando i tempi di esecuzione.L'affermazione di Papert, "i processi in parallelo sembrano essere una cosa per donne", mette bene a fuoco una capacità tipicamente femminile. E tale abilità potrebbe essere molto utile negli ambienti di lavoro in cui separati approcci scientifici alla soluzione di complessi problemi applicativi debbono essere valutati, comparati ed eventualmente composti in nuove procedure.Le attitudini principalmente sviluppate dalle donne, quali per esempio le provate capacità negli studi matematici, le numerose competenze nell'educazione e quelle relative al problem solving all'interno di ambienti complessi dovrebbero essere meglio analizzate e ufficialmente riconosciute, anche in avanzamenti di carriera. Le posizioni decisionali e i posti di responsabilità, ancora principalmente riservati agli uomini, dovrebbero perciò essere realmente aperti alle donne, che vi porterebbero le loro particolari esperienze e modalità.Occorre, quindi, ancora promuovere studi sullo specifico sapere femminile nel campo matematico e scientifico. Identificare le capacità delle donne, nascoste ma ben usate, i ruoli loro assegnati che possono riguadagnare prestigio, la particolare vita scientifica cui partecipano senza clamore: tutto ciò può dar luogo a un nuovo quadro che può modificare le dinamiche dell'intera società, in particolare nei progetti educativi e di ricerca.Donne e competizionePassate analisi di dati statistici hanno affermato che le ragazze italiane hanno un rapporto positivo con la matematica. Per esempio, l'insieme delle iscritte alle facoltà di matematica italiane non solo era consistente, ma pressoché doppio rispetto al numero dei colleghi maschi. Questa maggior consistenza del gruppo femminile sembra confermarsi anche oggi, dopo l'introduzione della laurea triennale. Uno studio sistematico dei dati disponibili sugli accessi e oggi anche sui laureati alla scadenza del primo triennio sarebbe di sicuro interesse. La buona relazione che le ragazze italiane hanno con la matematica, nella scuola secondaria come nell'università, non si mostra in uguale modo nelle competizioni ufficiali. Per esempio, la partecipazione delle ragazze alle Olimpiadi di matematica è molto bassa e solo sporadicamente le ragazze compaiono nei primi dieci posti. Tali dati sono contraddittori rispetto al buon andamento scolastico delle ragazze e sembrano confermare il luogo comune che le donne possono essere studenti diligenti, ma non brillanti come i maschi nelle occasioni speciali o inusuali. Ciò, però, può anche portare ad analizzare quali sono i parametri di valutazione sia nel rendimento scolastico sia nelle competizioni e a valutare se non debbano essere modificati. Per esempio, il rispondere senza esitazione alle domande potrebbe concretamente influenzare il risultato nelle competizioni, e ricompensare i ragazzi per la loro abituale sicurezza. Dunque, barriere culturali e sociali che sembravano del tutto scomparse possono saltar fuori in forma nuova, per l'uso di parametri apparentemente neutri da parte di soggetti (commissioni, ecc…) preposti alla valutazione e all'assegnazione di autorevolezza culturale e sociale.Associazioni di matematicheSempre più numerosi sono i gruppi di scienziate che ritengono importante costituirsi in associazioni professionali per la riflessione e l'analisi della 'condizione' della donna nei settori lavorativi di riferimento: ricordiamo, per esempio, le associazioni delle donne dell'astronomia, dell'ingegneria e della matematica.La European Women in Mathematics (EWM) è nata, con il sostegno dell'Association for Women in Mathematics (AWM), durante il Congresso Internazionale della Matematica che si è tenuto a Berkeley nel 1986. L'EWM vuole offrire un forum per la discussione scientifica del più ampio insieme di discipline matematiche e delle loro applicazioni, per l'analisi delle condizioni professionali individuali e collettive, quali per esempio la difficoltà di nuovi accessi delle ragazze o di riconoscimento di expertise, e per la individuazione di nuove iniziative scientifiche e promozionali. Le iscritte EWM provengono da un largo spettro di nazioni che sono ampiamente rappresentate in ogni Biennial General Conference organizzata da un generoso paese ospitante. Informazioni sulla associazione e sull'ultimo, il 12th General Meeting of EWM, che si è tenuto in Russia a Volgograd, si possono trovare sul sito www.math.helsinki.fi/EWM.
Convito, quando la definisce "dama bianchissima senza macula d'errore", ed una volta nella Divina Commedia, quando la personifica in Santa Lucia, "donna del Ciel", che guida il Poeta verso la soglia dell'espiazione.
Già nel 1300 Dante aveva compreso ciò che molti ancora oggi ignorano!
Ecco un altro interessante articolo in proposito che ho trovato su “Treccani scuola” on line.
Ah...l'autrice è Prima ricercatrice, presso l'Istituto per le Applicazioni del Calcolo, CNR; EWM Regional Coordinator...!
Donne e matematica: stato e possibilità
di Rosa Maria Spitaleri
In Italia il numero delle ragazze iscritte a corsi di Laurea in Matematica è notevolmente più alto di quello dei ragazzi e ciò si riflette anche nel numero dei laureati. Sembra dunque buona la relazione tra le donne italiane e la matematica, anche rispetto ad altri paesi, giacché c'è un consistente numero di donne che raggiungono buoni livelli professionali in area matematica.Tuttavia, anche se non ci sono barriere esplicite né legali né intellettuali, dal momento che ragazze e ragazzi dimostrano di essere uguali nell'insegnamento e nell'apprendimento della matematica, molti problemi rimangono e si avvertono soprattutto dal modo in cui le donne sentono sé stesse in professioni che comunque, nei posti di maggiore responsabilità e prestigio, hanno una prevalenza maschile.Esistono specifiche identità che le donne devono assumere per essere accettate nelle comunità matematiche? Hanno particolari attitudini di cui si avvale la comunità scientifica? Sentono di partecipare attivamente alla vita delle comunità scientifiche a cui afferiscono per la loro competenza? Costruiscono o promuovono relazioni in tali comunità? Il sapere delle donneSulla partecipazione delle donne agli studi matematici, all'insegnamento come alla ricerca, è importante non soltanto reperire informazioni quantitative, ma anche mettere a fuoco le caratteristiche qualitative dell'essere donna, cosa possa contribuire a incrementarne la presenza, quali iniziative si possano prendere. Identificare uno specifico sapere delle donne le spingerà anche ad agire con una maggiore consapevolezza all'interno della comunità matematica.La buona relazione tra donne e scienza appare, infatti, non ancora analizzata neppure da parte delle donne stesse, nonostante essa esista di fatto. Infatti, vivere in un paese industriale avanzato significa per le donne, spinte dalla necessità di organizzare e portare avanti la vita quotidiana del loro gruppo familiare, acquisire rapidamente familiarità con concetti, metodologie e risultati scientifici.Le donne possono essere facilmente riconosciute, in termini maschili 'per maggiore autorevolezza', come:- utenti finali di teorie e risultati scientifici (le vecchie e le nuove tecnologie hanno liberato e liberano la donna dai lavori di casa più pesanti, i risultati della ricerca in medicina danno un aiuto concreto per la salute dei figli, ecc…) - esperti dell'integrazione e spesso dello sviluppo di conoscenza scientifica (il ruolo di cura affidato alla donna dalla società richiede occhi educati a scoprire malattie, esperienza nel combinare terapie mediche e psicologiche, ecc…)- operatori scientifici (le donne operano in vari campi scientifici dove giocano ruoli professionali e educativi, ecc…)- modelli simbolici (il termine mothering è stato usato per significare uno speciale approccio alla conoscenza scientifica del mondo, che si prende cura di tutti i soggetti coinvolti nei processi di conoscenza).Dunque, le donne sono particolarmente coinvolte nella scienza e possiedono un'esperienza scientifica a molti livelli. Tale speciale relazione delle donne con la scienza riguarda anche la matematica e i settori collegati quali l'informatica e la tecnologia?Il ruolo delle donne nell'insegnamentoIn Italia, l'insegnamento in generale e della matematica in particolare è stato tradizionalmente affidato alle donne: quasi ogni studente ha avuto almeno una professoressa di matematica nella sua vita scolastica. Dal punto di vista delle donne, questo fatto potrebbe diventare un punto di interesse, soprattutto per la matematica. Le donne potrebbero infatti assumere un ruolo fondamentale nell'educazione dei giovani e influenzarne il background culturale e le future inclinazioni. Le donne potrebbero, dunque, essere determinanti nell'incrementare l'interesse maschile e femminile per la matematica e per altre aree di conoscenza.Se oggi l'insegnamento non gode di un alto prestigio sociale e le donne sono obbligate ad accettare un ruolo deprivato di una forte autorità, è proprio su questo terreno che le donne potrebbero sfidare la società e ridare autorevolezza alla professionalità degli insegnanti quali preziosi esperti nel campo educativo.Donne e ottimizzazioneLa vita quotidiana mostra che le donne hanno una speciale attitudine per l'ottimizzazione dei compiti. Per quasi tutta la loro vita si sono dedicate a ottimizzare procedure e, fin da ragazze, hanno dovuto tener conto di differenti compiti da espletare in parallelo, hanno dovuto costruire procedure semplificate per interagire con realtà ed eventi complessi, minimizzando i tempi di esecuzione.L'affermazione di Papert, "i processi in parallelo sembrano essere una cosa per donne", mette bene a fuoco una capacità tipicamente femminile. E tale abilità potrebbe essere molto utile negli ambienti di lavoro in cui separati approcci scientifici alla soluzione di complessi problemi applicativi debbono essere valutati, comparati ed eventualmente composti in nuove procedure.Le attitudini principalmente sviluppate dalle donne, quali per esempio le provate capacità negli studi matematici, le numerose competenze nell'educazione e quelle relative al problem solving all'interno di ambienti complessi dovrebbero essere meglio analizzate e ufficialmente riconosciute, anche in avanzamenti di carriera. Le posizioni decisionali e i posti di responsabilità, ancora principalmente riservati agli uomini, dovrebbero perciò essere realmente aperti alle donne, che vi porterebbero le loro particolari esperienze e modalità.Occorre, quindi, ancora promuovere studi sullo specifico sapere femminile nel campo matematico e scientifico. Identificare le capacità delle donne, nascoste ma ben usate, i ruoli loro assegnati che possono riguadagnare prestigio, la particolare vita scientifica cui partecipano senza clamore: tutto ciò può dar luogo a un nuovo quadro che può modificare le dinamiche dell'intera società, in particolare nei progetti educativi e di ricerca.Donne e competizionePassate analisi di dati statistici hanno affermato che le ragazze italiane hanno un rapporto positivo con la matematica. Per esempio, l'insieme delle iscritte alle facoltà di matematica italiane non solo era consistente, ma pressoché doppio rispetto al numero dei colleghi maschi. Questa maggior consistenza del gruppo femminile sembra confermarsi anche oggi, dopo l'introduzione della laurea triennale. Uno studio sistematico dei dati disponibili sugli accessi e oggi anche sui laureati alla scadenza del primo triennio sarebbe di sicuro interesse. La buona relazione che le ragazze italiane hanno con la matematica, nella scuola secondaria come nell'università, non si mostra in uguale modo nelle competizioni ufficiali. Per esempio, la partecipazione delle ragazze alle Olimpiadi di matematica è molto bassa e solo sporadicamente le ragazze compaiono nei primi dieci posti. Tali dati sono contraddittori rispetto al buon andamento scolastico delle ragazze e sembrano confermare il luogo comune che le donne possono essere studenti diligenti, ma non brillanti come i maschi nelle occasioni speciali o inusuali. Ciò, però, può anche portare ad analizzare quali sono i parametri di valutazione sia nel rendimento scolastico sia nelle competizioni e a valutare se non debbano essere modificati. Per esempio, il rispondere senza esitazione alle domande potrebbe concretamente influenzare il risultato nelle competizioni, e ricompensare i ragazzi per la loro abituale sicurezza. Dunque, barriere culturali e sociali che sembravano del tutto scomparse possono saltar fuori in forma nuova, per l'uso di parametri apparentemente neutri da parte di soggetti (commissioni, ecc…) preposti alla valutazione e all'assegnazione di autorevolezza culturale e sociale.Associazioni di matematicheSempre più numerosi sono i gruppi di scienziate che ritengono importante costituirsi in associazioni professionali per la riflessione e l'analisi della 'condizione' della donna nei settori lavorativi di riferimento: ricordiamo, per esempio, le associazioni delle donne dell'astronomia, dell'ingegneria e della matematica.La European Women in Mathematics (EWM) è nata, con il sostegno dell'Association for Women in Mathematics (AWM), durante il Congresso Internazionale della Matematica che si è tenuto a Berkeley nel 1986. L'EWM vuole offrire un forum per la discussione scientifica del più ampio insieme di discipline matematiche e delle loro applicazioni, per l'analisi delle condizioni professionali individuali e collettive, quali per esempio la difficoltà di nuovi accessi delle ragazze o di riconoscimento di expertise, e per la individuazione di nuove iniziative scientifiche e promozionali. Le iscritte EWM provengono da un largo spettro di nazioni che sono ampiamente rappresentate in ogni Biennial General Conference organizzata da un generoso paese ospitante. Informazioni sulla associazione e sull'ultimo, il 12th General Meeting of EWM, che si è tenuto in Russia a Volgograd, si possono trovare sul sito www.math.helsinki.fi/EWM.
A proposito di universi paralleli: crisalidi e farfalle.

Al tema "donne e scienza, donne e matematica" è dedicato un ampio dossier nel sito MATEMATICA realizzato dal Pristem dell'Università Bocconi.Accanto a una recensione del già citato libro "La crisalide e la farfalla", potete trovare un'intervista a Gabriele Lolli a cura di Angelo Guerraggio, un articolo su Amalie Emmy Noether e l'invenzione della matematica moderna (Tito M. Tonietti), un intervento di Fulvia Furinghetti, e la presentazione della ricerca su "Scienziate d'Occidente" a cura delle autrici di questo articolo.
Ci ha incuriosito che un grande matematico come Gabriele Lolli, docente di Logica matematica all'Università di Torino, abbia sentito la necessità di scrivere sul rapporto delle donne con la Matematica. L'autore è uso scrivere libri un po' bizzarri sul mondo dei matematici. Anni fa aveva pubblicato Il riso di Talete, una raccolta di storie umoristiche, paradossi, aneddoti divertenti. Oggi denuncia la profonda e radicata misoginia di quell'universo chiuso e geniale in un piccolo saggio rigoroso e brillante, edito da Bollati Boringhieri, dal titolo La crisalide e la farfalla.
Fino alla seconda metà del Novecento poche donne hanno avuto accesso al sapere matematico; spesso si è trattato di figure anomale e quasi sempre sono state oggetto di derisione e di implacabile sottovalutazione. Il testo inizia con l'agghiacciante battuta, attribuita ad Hermann Weyll, matematico tedesco allievo di Hilbert, secondo cui ci sarebbero state "solo due donne matematiche nella storia, Sofja Kovalevskaja ed Emmy Noether: la prima non era una matematica, la seconda non era una donna". Il testo è la dimostrazione molto argomentata della falsità del luogo comune secondo cui le donne non sarebbero inclini al pensiero astratto, inoltre l'autore afferma con forza che l'idea della virago - residuo tardo ottocentesco, quando si pensava con Gino Loria, il geometra italiano noto per i suoi lavori di storia della matematica, che "soltanto in forza di variazioni patologiche la donna può acquistare qualità diverse da quelle che la rendono amante e madre" ...- è falsa e assurda dal momento che tra le donne matematiche ci sono madri di sei figli e zitelle, donne "mascoline" e donne femminili e bellissime.
Lolli avverte dall'inizio il lettore che la sua vuole essere soprattutto una riflessione su "quello che si è perduto con l'esclusione dalla matematica dell'altra metà del cielo". E le risposte toccano diversi aspetti: la presenza delle donne matematiche al fianco dei colleghi maschi potrebbe aumentare l'attenzione all'utilità sociale di quello che si fa, invece di perseguire soltanto la priorità nella soluzione di problemi affrontati solo per la loro difficoltà tecnica. Con l'esclusione delle donne si perde di qualità non tanto nel senso di qualità dei risultati, quanto di immagine complessiva della disciplina e dei suoi cultori: l'immagine della matematica è quella di un fatto duro, maschile, nel senso di riservato a chi non ha altri impegni mondani, a cui badano invece le donne, e per questo diventa addirittura sovrumano, divino. L'autore mostra quanto siano numerose le implicazioni negative di quest'immagine.
"In filosofia, ad esempio, la matematica è stata assunta come modello di verità assoluta, un impegno non lusinghiero per i non pochi fraintendimenti che continua a causare: se il divino è collegato alla pazzia, non stupisce che i matematici siano stati e siano descritti come disadattati se non proprio psicotici."
Al contrario Lolli agisce una concezione della matematica come divertimento, piacere, passione, proprio un atteggiamento che sembra caratteristico del femminile e che viene sottolineato in molte donne, in particolare in Sofja Kovalevskaja: di lei ci fornisce in appendice un gustosissimo stralcio dell'autobiografia, i Ricordi dell'infanzia, marcata appunto da una forte passionalità.
In questo agile e pungente lavoro la tensione a illuminare le compatibilità e, anzi, lo stretto nesso tra donne e matematica non sembra tanto rivolto a difendere la causa delle donne - obiettivo peraltro difficilmente comprensibile: oggi in Italia decine di matematiche avrebbero potuto farsene carico - quanto piuttosto quella della matematica. Con tutta evidenza mira a guadagnare alla disciplina un'immagine nuova, a colpire lo stereotipo ben radicato nella scuola e confermato da stuoli di insegnanti (soprattutto donne): per riuscire bene occorre molta precisione e poca creatività, rigore e non estro, invece per Lolli "La matematica è un investimento di passione non un rifugio per la timidezza". Per coltivarla occorre spirito di avventura da un lato e amore assoluto, come per un figlio, dall'altro, qualità di cui sono evidentemente capaci sia uomini che donne ed è quindi bene guardarsi da esclusioni basate su assurdi ma tenaci pregiudizi. Anche se fin dalle prime righe l'autore precisa di non voler fare una storia delle donne matematiche, la storia è un filo importante nella trama del testo, che ci fornisce una lettura decisa e netta delle vicende passate: il Novecento è il secolo in cui finalmente si è realizzato l'incontro tra donne e matematica, i fatti si sono incaricati di smentire le teorie, i giudizi apodittici sulla presunta natura incompatibile delle une e dell'altra. Ma è ancora l'attenzione ai fatti che permette a Lolli di rilevare un'inversione di tendenza: negli ultimi anni gli spazi, le posizioni di rilievo raggiunte negli anni Settanta si stanno chiudendo, come dimostrano le statistiche relative alla presenza femminile nelle carriere accademiche e nelle istituzioni culturali, e questo è vero sia per gli Stati Uniti sia per l'Italia. Opportuna, dunque, l'uscita di questo documentatissimo saggio offerto dall'autore "all'interesse soprattutto di insegnanti e genitori che hanno per primi la responsabilità di non perpetuare una ridicola discriminazione dannosa per la scienza e la dignità umana".
Fino alla seconda metà del Novecento poche donne hanno avuto accesso al sapere matematico; spesso si è trattato di figure anomale e quasi sempre sono state oggetto di derisione e di implacabile sottovalutazione. Il testo inizia con l'agghiacciante battuta, attribuita ad Hermann Weyll, matematico tedesco allievo di Hilbert, secondo cui ci sarebbero state "solo due donne matematiche nella storia, Sofja Kovalevskaja ed Emmy Noether: la prima non era una matematica, la seconda non era una donna". Il testo è la dimostrazione molto argomentata della falsità del luogo comune secondo cui le donne non sarebbero inclini al pensiero astratto, inoltre l'autore afferma con forza che l'idea della virago - residuo tardo ottocentesco, quando si pensava con Gino Loria, il geometra italiano noto per i suoi lavori di storia della matematica, che "soltanto in forza di variazioni patologiche la donna può acquistare qualità diverse da quelle che la rendono amante e madre" ...- è falsa e assurda dal momento che tra le donne matematiche ci sono madri di sei figli e zitelle, donne "mascoline" e donne femminili e bellissime.
Lolli avverte dall'inizio il lettore che la sua vuole essere soprattutto una riflessione su "quello che si è perduto con l'esclusione dalla matematica dell'altra metà del cielo". E le risposte toccano diversi aspetti: la presenza delle donne matematiche al fianco dei colleghi maschi potrebbe aumentare l'attenzione all'utilità sociale di quello che si fa, invece di perseguire soltanto la priorità nella soluzione di problemi affrontati solo per la loro difficoltà tecnica. Con l'esclusione delle donne si perde di qualità non tanto nel senso di qualità dei risultati, quanto di immagine complessiva della disciplina e dei suoi cultori: l'immagine della matematica è quella di un fatto duro, maschile, nel senso di riservato a chi non ha altri impegni mondani, a cui badano invece le donne, e per questo diventa addirittura sovrumano, divino. L'autore mostra quanto siano numerose le implicazioni negative di quest'immagine.
"In filosofia, ad esempio, la matematica è stata assunta come modello di verità assoluta, un impegno non lusinghiero per i non pochi fraintendimenti che continua a causare: se il divino è collegato alla pazzia, non stupisce che i matematici siano stati e siano descritti come disadattati se non proprio psicotici."
Al contrario Lolli agisce una concezione della matematica come divertimento, piacere, passione, proprio un atteggiamento che sembra caratteristico del femminile e che viene sottolineato in molte donne, in particolare in Sofja Kovalevskaja: di lei ci fornisce in appendice un gustosissimo stralcio dell'autobiografia, i Ricordi dell'infanzia, marcata appunto da una forte passionalità.
In questo agile e pungente lavoro la tensione a illuminare le compatibilità e, anzi, lo stretto nesso tra donne e matematica non sembra tanto rivolto a difendere la causa delle donne - obiettivo peraltro difficilmente comprensibile: oggi in Italia decine di matematiche avrebbero potuto farsene carico - quanto piuttosto quella della matematica. Con tutta evidenza mira a guadagnare alla disciplina un'immagine nuova, a colpire lo stereotipo ben radicato nella scuola e confermato da stuoli di insegnanti (soprattutto donne): per riuscire bene occorre molta precisione e poca creatività, rigore e non estro, invece per Lolli "La matematica è un investimento di passione non un rifugio per la timidezza". Per coltivarla occorre spirito di avventura da un lato e amore assoluto, come per un figlio, dall'altro, qualità di cui sono evidentemente capaci sia uomini che donne ed è quindi bene guardarsi da esclusioni basate su assurdi ma tenaci pregiudizi. Anche se fin dalle prime righe l'autore precisa di non voler fare una storia delle donne matematiche, la storia è un filo importante nella trama del testo, che ci fornisce una lettura decisa e netta delle vicende passate: il Novecento è il secolo in cui finalmente si è realizzato l'incontro tra donne e matematica, i fatti si sono incaricati di smentire le teorie, i giudizi apodittici sulla presunta natura incompatibile delle une e dell'altra. Ma è ancora l'attenzione ai fatti che permette a Lolli di rilevare un'inversione di tendenza: negli ultimi anni gli spazi, le posizioni di rilievo raggiunte negli anni Settanta si stanno chiudendo, come dimostrano le statistiche relative alla presenza femminile nelle carriere accademiche e nelle istituzioni culturali, e questo è vero sia per gli Stati Uniti sia per l'Italia. Opportuna, dunque, l'uscita di questo documentatissimo saggio offerto dall'autore "all'interesse soprattutto di insegnanti e genitori che hanno per primi la responsabilità di non perpetuare una ridicola discriminazione dannosa per la scienza e la dignità umana".
Io e la matematica

Ho sempre avuto un rapporto pessimo con la matematica!
Fin dalle prime classi della scuola elementare il mio rapporto con i numeri è stato, a dir poco, traumatico. La mia maestra (allora insegnante unica) ammetteva candidamente di non avere più l’entusiasmo e la pazienza per insegnare eppure, buonanima, pur sognando la pensione continuava imperterrita a terrorizzare intere generazioni di bambini. Dal canto mio, posso sinceramente affermare di non essere mai stata “un fulmine” nell’eseguire compiti ed esercizi: esigevo la perfezione e questa, si sa, richiede tempo, minuzia e pazienza! Ovviamente la maestra non aveva intenzione di adattarsi ai miei ritmi e, ogni volta che dovevo cimentarmi con un esercizio, lei m’incalzava al punto da ammutolirmi letteralmente. Ricordo che urlava così forte da stordirmi e allora, per mettere fine al supplizio, tentavo la sorte proponendo soluzioni improbabili e sperando che il caso mi togliesse d’impaccio! Inutile dire che, non solo non risolvevo nulla, ma peggioravo persino la situazione senza speranza di riscatto.
A casa le cose andavano meglio e con le spiegazioni di mia madre riuscivo a recuperare e ad eseguire i compiti con maggiore serenità. Tornata in classe tutto ricominciava, tanto che la maestra soleva spesso ripetermi: “Silvia, tu e la matematica siete come i binari del treno...non v’incontrerete MAI!”...e fu subito ANSIA DA NUMERO!
I miei genitori non si capacitavano del perché fossi in grado di compiere con sicurezza intuitivi ragionamenti matematici (misurazioni, gestione dei risparmi e discriminazioni probabilistiche ecc.) e non sapessi poi tradurre tale abilità negli esercizi scolastici...
Negli anni che seguirono il rapporto migliorò di pochissimo e quello che per molti era una sfida stimolante, per me era una vera e propria lotta fatta di fugaci vittorie e umilianti sconfitte.
Alle medie la sufficienza era “stiracchiata” e così anche alle superiori; in compenso, la mia famiglia, arricchiva folte schiere d’insegnanti; le ripetizioni di matematica erano una costante in ogni stagione. Alcuni professori aggiornarono la metafora dei binari dicendo: “Moretti, tu e la matematica siete due universi paralleli...fattene una ragione!”.
Così, giunta al termine dei miei studi magistrali la scelta fu quasi scontata: mi sarei laureata in Lettere Moderne...alla faccia della matematica!
La laurea arrivò a coronamento di un percorso stimolante ed appagante di crescita continua. Successivamente, dopo aver imboccato alcuni vicoli ciechi, il tarlo dell’insegnamento si concretizzò in alcune supplenze nella Scuola Primaria statale. Nel corso degli anni tutto era cambiato, mi ero scoperta “abilitante non abilitata” e la Riforma aveva complicato le procedure per l’iscrizione in graduatoria: io, però, speravo in un concorso che non sarebbe mai arrivato e svolgevo con abnegazione e passione il mio lavoro. Ero soddisfatta di come procedevano le cose e con il tramonto dell’era dell’insegnante unica, potevo addirittura scegliere l’ambito espressivo - linguistico saltando a pie’ pari quello scientifico – matematico! Ovviamente si trattava di una pia illusione e venne il giorno che mi capitò di sostituire un’insegnante di matematica di terza elementare...il programma doveva essere svolto regolarmente e io mi trovavo ancora a fronteggiare il mio spauracchio di sempre.
Fu grazie all’incoraggiamento del mio (allora) fidanzato (e oggi marito) che decisi di superare i miei limiti con positività. Obbiettivo primario era il bene dei bambini che aspettavano delle spiegazioni “illuminanti” e che a me si affidavano totalmente nella risoluzione dei propri dubbi matematici.
Grazie ad alcune guide didattiche e alla volontà di essere professionalmente competente, qualcosa cambiò. Ricordo ancora che stavo spiegando i decimali quando finalmente vidi nello sguardo di alcuni bambini, considerati “lenti”, una luce improvvisa: avevano finalmente capito ciò che nemmeno l’insegnante titolare era stata in grado di spiegare loro! Avevo solo cercato di essere diversa dalla mia maestra e avevo tentato di percorrere, con pazienza, strade creative per facilitare il percorso di apprendimento; aveva funzionato!
Oggi il mio rapporto con la matematica è migliorato moltissimo; insegnare mi ha aiutato a filtrare le insicurezze causate da una didattica scellerata e a scoprire con pazienza metodi sempre più efficaci per spiegare concetti sempre più complessi. È diventata una sfida stimolante che mi pone continuamente di fronte ai miei limiti e che mi spinge caparbiamente a superarli.
Recentemente, grazie al test d’ingresso per accedere a Scienze della Formazione primaria, ho rispolverato concetti e nozioni che credevo di avere sepolto definitivamente e mi sono accorta che, in fondo, tutti quegli anni di ripetizioni non erano stati solo un inutile dispendio di soldi ed energie; qualcosa era rimasto (ben sedimentato) nel labirinto della mia memoria. Ho gradualmente realizzato di aver assimilato a suo tempo molte competenze e di averle solamente riscoperte grazie ad un atteggiamento diverso, finalmente positivo.
Oggi insegno ai bambini ciò che per anni genitori, parenti e amici hanno tentato invano di inculcarmi: la matematica può essere piacevole se la si affronta con lo stesso spirito con cui si sfida un rompicapo o un gioco enigmistico; è una caccia al tesoro, in premio c’è la grande soddisfazione di aver scoperto la soluzione.
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